Tablet, mini tablet, smart phone, smart PC e da oggi anche smart watch. Probabilmente ho dimenticato qualche nuovo acronimo nato recentemente o, perché no, ne imparerò altri nati proprio questa notte nella mente di qualche "Geek" di chi sa quale multinazionale IT.
Forse non immaginiamo fino a che punto questi IT devices siano diventati una presenza quotidiana inseparabile della nostra vita. Probabilmente a suo tempo lo fu la radio, poi la televisione ma sicuramente non hanno rivoluzionato in così breve tempo il nostro modo di comunicare e di relazionarci. Recentemente ho fatto un viaggio di lavoro negli USA e dopo un normalissimo “connecting flight” da Bologna a Francoforte mi sono trovato catapultato nella Business Lounge del più grande aeroporto tedesco, in attesa del volo intercontinentale.
Visto l’orario, la Lounge era piena di gente e come prima cosa ho cercato un posto per consumare una delle prime colazioni del mattino, senza farmi mancare i soliti commenti sulla qualità del cappuccino tedesco.
La mia posizione era ideale per osservare gli avventori di quel posto, tutti rispettosi della quiete altrui, tutti riservati e la maggiore parte indaffarata a gestire chi sa quali strane magie multimediali su ogni genere di IT device.
Impressionante!!
Dai lettori di e-book ad accaniti utilizzatori di smart phone di ultima generazione, c’era tutto il campionario completo. Chi stava in seria contemplazione dello schermo, chi faceva strani “segni” con il dito sullo schermo touch screen degno della più segreta delle sette, a chi giocherellava impugnando il device al pari di una macchina da formula uno. Osservo ancora più attentamente e non vedo limiti di età. Dalla signora elegante con i capelli color cenere con il suo e-book rivestito in pelle, alla giovane leva aziendale alla sua grande opportunità all’estero è impossibile fare una statistica: l’utilizzo degli IT devices di ultima generazione è trasversale.
Ma cosa facevano le persone prima dell’avvento di questa tecnologia nelle Business Lounge? Leggevano, dormivano, scrivevano appunti con la penna su block notes di carta e, incredibile ma vero, qualcuno tentava di comunicare in una qualche lingua con il vicino di poltrona. A un certo punto ho guardato il monitor delle partenze: davanti al monitor ovviamente nessuno. E’ stato solo per noia che ho rivolto lo sguardo al monitor, lo ammetto. Nel mio smart phone ho, infatti, le APP di almeno 5 compagnie aree, quelle con cui normalmente volo, che mi danno in tempo reale lo stato del volo, l’orario di imbarco, quello di partenza e altre mille informazioni: il monitor è probabilmente solo per gli ultimi renitenti alla tecnologia.
Rifletto e mi accorgo che il vecchio continente è un ancora un luogo di esploratori; non come gli italiani o come gli Inglesi nei secoli passati, ma di esploratori del web. Che oggi si uniscono qui nella Lounge ad asiatici e probabilmente americani,anche loro con tecnologia tra le dita, in un unicum globalizzato.
Io, intanto, continuavo a tenere tra le mani il mio smart phone . Nella 24 ore avevo anche il laptop di ultima generazione che si è rivelato fondamentale durante le giornate di lavoro oltreoceano, ma in quel posto, durante quelle ore di attesa, per dimensione e design il mio PC sembrava il primo calcolatore apparso sulla faccia della terra, e così ho evitato di mostrarlo.
All’improvviso mi sono accorto del grande potenziale che avevo davanti agli occhi e non parlo questa volta della tecnologia e delle sue immense capacità, ma del potenziale vero: il potenziale umano.
Metti in mano a un ragazzo di età compresa tra i 20 e i 30 anni un IT device di nuova generazione e i contenuti appariranno come per magia (non parliamo poi degli under 20!!!). Ma anche le altre generazioni non scherzano e trottano per stare al passo con i tempi. Mi sono poi messo a pensare al mondo del business e alla sua trasformazione nel prossimo futuro e alle nuove possibilità che si potranno aprire sfruttando al meglio questo capitale umano in costante auto-apprendimento. Magnifico capitale umano……Innumerevoli le possibilità… basta solo saperle cogliere!
Giorgio Cavassi, Eur. Erg.